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Gli Artisti

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Slide di alcune opere.

Alessandro Nocentini


Alessandro Nocentini è nato a Firenze nel 1949. Dal 1971 inizia una collaborazione con la Galleria Tornabuoni di Firenze dove, nel 1973, tiene la sua prima personale. La ricerca di quegli anni è principalmente orientata alla materia alternando opere astratte di grandi dimensioni a lavori dal vero, senza mai tralasciare un attento e profondo studio del disegno. Subisce il fascino della pittura iperrealista americana e fino alla fine degli anni ’70 lavora ad opere che esprimono chiaramente il bisogno di confrontarsi con il reale attraverso quella tecnica per rappresentare animali ed oggetti d’uso quotidiano.
Dalle sperimentazioni e dalle possibilità di rappresentare il reale attraverso il segno, inizia, alla fine degli anni Settanta, a dedicarsi all’incisione con una copiosa produzione che, parallelamente all’evoluzione pittorica, contribuisce a definire e costruire uno stile personale incentrato essenzialmente sull’osservazione e sull’interpretazione di oggetti estrapolati dal mondo naturale.
Negli anni Ottanta comincia a delinearsi in modo più preciso lo studio della luce e la necessità di ripercorrere l’esperienza della rappresentazione attraverso un filtro interiore. Il tentativo consapevole di cogliere l’essenza degli oggetti rappresentati, si unisce al desiderio di ricreare lo stupore e l’ammirazione istintivi di fronte alla piega di un fiore, di una foglia, alla trasparenza del fiume e al mistero del mare o di un pioppeto, elementi puri di una natura capace di imporsi sulla violenza di un mondo artificiale. Sono espressione di questo periodo le opere sul mare e le piscine, in cui il gioco della trasparenza deformante dell’acqua contamina le figure o dove si descrive semplicemente l’inafferrabile forma delle onde, moto fluente in cui i contorni spariscono per riaffiorare attraverso la memoria. L’acqua diventa una delle tematiche ricorrenti nella pittura di Nocentini come evidenziano le opere realizzate dal vero sul fiume Farma in Toscana. Dagli anni Ottanta la pittura di Nocentini si fa più poetica ed i soggetti indagati, soprattutto fiori, diventano il pretesto per infinite possibilità d’interpretazione e occasioni per insinuarsi attraverso il particolare nell’intimità dell’oggetto rappresentato, per infondere ad una rosa secca o ad un iris solitario, un’espressività quasi umana capace di aprire nel groviglio di segni e di luce, un varco emotivo. Così i soggetti si fanno isolati, separati dal contesto, leggeri eppure prepotentemente presenti, si staccano dalla realtà come simboli di un mondo che continua a stupire e ad affascinare solo chi sa guardarlo nella sua bellezza intrinseca ed è capace per un momento di intuirne il segreto e di tracciarne sul foglio la sensazione.

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